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domenica 15 febbraio 2015
giovedì 12 febbraio 2015
“NEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA”
TRAVERSATA IN SETTE TAPPE DELLA VALLE DELL’ISONZO
SUI CAMPI DELLE BATTAGLIE DEL PRIMO ANNO DI GUERRA
terza tappa: DOMENICA 1° MARZO 2015
SUL FRONTE PODGORA-OSLAVIA-SABOTINO
L’itinerario: Lucinico (68 m), monte Calvario-Podgora (241 m), vallone
delle Acque (62 m), Oslavia (179 m), valle del torrente Piumizza (94 m), rifugio
del Sabotino (571 m), monte Sabotino (609
m. facoltativo). Possibile prosecuzione fino a stazione San Mauro (97 m),
Salcano-Solkan (90 m).
IL PROGRAMMA DELLA GITA, indicazioni e orari:
Ritrovo dei partecipanti in piazza
Oberdan.
Trieste. Partenza con la corriera. Percorsa
la strada Costiera e poi la SS 55 (del vallone), si raggiunge Gorizia.
Oltrepassato il ponte sull’Isonzo, sosta per il caffè in un bar nei pressi del tunnel
Baruzzi. A lato parte una strada locale che percorriamo con la corriera fino ad
un sottopasso della ferrovia. Siamo in periferia di Lucinico e da qui inizia il
nostro itinerario.
Ore XXX Lucinico (punto
1). Partenza a piedi. Andati oltre la ferrovia, dopo un breve tratto
orrizontale si sale al margine di un panoramico vigneto fino a raggiungere la
strada asfaltata che da Lucinico sale verso il monte Calvario. Subito la
lasciamo, per prendere una buona carrareccia che tenendosi sul colmo della dorsale
ovest (il naso di Lucinico, uno dei punti più contesi nel primo anno di guerra)
s’innalza arrivando allo spiazzo dove si trovano le ricostruite “Tre Croci”, il più antico simbolo goriziano del
monte Calvario. Ancora un breve tratto e raggiungiamo l’ampio piazzale
sommitale, dove è eretto il grande obelisco monumentale. Interessanti le sue
epigrafi commemorative.
Ore XXX Monte Calvario-Podgora (punto 2). Ripartenza; raggiungiamo
il vicino cippo onorante la memoria dei caduti giuliani e dalmati. La strada
principale che scende al vallone delle acque è molto vicina ma noi, fedeli allo
spirito escursionistico, scegliamo di percorrere una scorciatoia, all’inizio
piuttosto ripida, che si tiene sempre sul culmine del crinale che, per un’anno
di guerra (luglio ’15-agosto’16) è
costato tante vittime. Attualmente, visto la natura arenaria della terreno, non
si distinguono quasi più le trincee della linea difensiva austroungarica. Il tracciato
inoltre pecca di manutenzione e talvolta può risultare sia fangoso che sconnesso
per l’erosione provocata dalla piogge; utilissimi in questo caso i bastoncini.
Mancando la segnaletica, per non sbagliare ci si tiene sempre sulla traccia che
segue il colmo della dorsale che lentamente scende fino a raggiungere lo slargo
in riva al torrente Groina dove si trova il frequentato ristorante “Al ponte
del Calvario”, che però è chiuso alla mattina. Ci troviamo proprio al centro
del vallone delle Acque.
Ore XXX Vallone delle Acque (punto 3). Per proseguire
dobbiamo risalire il versante opposto attraversando il parco Piuma. Seguendo un
buon sentiero, reso più agevole da gradini e ponticelli in legno, ci innalziamo
e passati accanto le strutture di un impianto di telecomunicazioni arriviamo
alla massima elevazione in cui troviamo solo due case isolate. Per la discesa, ai
vari incroci si prende intuitivamente (non ci sono segnalazioni), quella
carrareccia che si tiene sempre in alto della dorsale. Anche qui talora il percorso
può diventare un po’ difficoltoso per un solco centrale erosivo e fangoso nel caso
di terreno bagnato. Ignorando tutti i bivi che ci indurrebbero a scendere,
raggiungamo così un cancello (da richiudere dopo il passaggio). Il paesaggio
cambia perché dalla bella ma chiusa visuale del bosco si passa alla straordinaria
bellezza del Collio, che subito si rivela
quando attraversando un vasto vigneto, arriviamo alla strada asfaltata che
collega Oslavia a San Floriano. Rimandando ad altra occasione la visita al
vicino Sacrario, iniziamo a percorrerla in salita. Una deviazione ci porta alla
martoriata quota 172, dove sorgevano il paese e la chiesa di Oslavia, che
furono completamente distrutti. In cima al promontorio dove, esisteva un
cimitero di guerra, ora è eretto l’obelisco detto “Dei quattro generali”.
Ore XXX Oslavia (punto 4). Ritornati alla strada si
incontra la temuta quota 188, una volta massimo caposaldo difensivo austriaco
della zona, ora solo anonima sede dl un serbatoio d’acquedotto. Giunti all’altezza
della località Lenzuolo bianco lasciamo la strada principale che ci porterebbe
a San Floriano e al Collio sloveno e prendiamo a destra una comoda carrareccia
che scende e ci consente di comodamente arrivare fino al torrente Piumizza, che
scavalchiamo con un ponticello.
Siamo proprio nel punto dove esisteva
lo smantellato valico stradale di confine fra l’Italia e la Slovenia. Se
cominciassimo da qui l’ascesa al monte Sabotino, il pendio sarebbe troppo
ripido. Entrati in zona slovena, percorriamo allora la strada locale di
fondovalle fino a arrivare al luogo (siamo vicini al paesetto di Pod Sabotin)
dove questa incrocia la principale.
IMPORTANTE: la nostra corriera sarà in attesa nello
slargo dell’incrocio concedendo ai più stanchi di arrivare senza fatica alla
comune meta finale: il rifugio del Sabotino, in quanto esso è raggiungibile
anche per via stradale, E’ una ex-caserma militare da tempo diventato un grande, ben organizzato e piuttosto
frequentato rifugio-ristorante. E’ situato a pochi minuti dalla cima del
Sabotino e i gitanti nell’aspettare l’arrivo del resto della comitiva, avranno
il tempo di eventualmente salire alla cima (35 m. disl.– and-rit. ½ ora) del
monte Sabotino.
Ore XXX Valle del Torrente Piumizza (punto 5). Chi invece, vuole compiere la consistente
salita a piedi fino al rifugio (480 m. disl.), deve dapprima risalire per 1 km. la strada
internazionale, frutto del trattato di Osimo del 1975. Poco prima dell’entrata nel
tratto recintato di 2 km. che oltrepassa il territorio italano (stranezza dell’andamento
del ex confine italo-sloveno), inizia, bene indicato, il sentiero di salita al
monte Sabotino. Questo si tiene spesso vicino alla linea del fronte della prima
guerra mondiale e adirittura adiacente al confine italo-sloveno conseguente
alla seconda. Seguendo il segnavia cominciamo
a risalire il versante, seguendo il marcato sentiero, che risulta abbastanza
ripido ma sempre facilmente agibile. Il sentiero ci porterebbe direttamente
alla cima del monte; noi invece, giunti ad un bivio con indicazioni prendiamo a
sinistra un raccordo che ci porta alla strada del Sabotino e superati gli
ultimi due tornanti raggiungiamo il piazzale del rifugio, dove è previsto il
ricongiungimento dell’intera comitiva.
Ore XXX Rifugio del Sabotino (punto 6).
Rifocillati e dopo aver ammirato il vasto panorama che è splendidamente aperto sull’intero
Goriška Brda (il Collio sloveno), iniziamo
la visita alle tante opere belliche presenti intorno alla cima. Il Sabotino fu
importante per la difesa del fronte isontino e di Gorizia e fu teatro di
terribili scontri e fuochi d’artiglieria. Con la sua caduta (7 agosto ’16) la linea difensiva
austroungarica dovette arretrata oltre l’Isonzo, sull’alture dirimpettaie del Kuk, Vodice e Monte Santo e, a catena,
anche sul restante del carso isontino. E’ questo un percorso di grande
interesse: sul versante dell’Isonzo sono visitabili le opere austriache del
primo anno di guerra, che comprendevano ricoveri, una teleferica, un deposito
d’acqua e una galleria ora ripristinata che fora tutta la
cresta. Lato rifugio si possono visitare le 3 gallerie italiane collegate fra
loro che sbucano, come postazioni per i cannoni, sulla parete rivolta verso
l’Isonzo.
NB. Avendo
tempo i gitanti potranno fare autonomamente la facile salita alla cima del Monte Sabotino (punto 7, and-rit. ½
ora)) per poter ammirare il suo magnifico panorama che si estende a 360 °.
Ore XXX Rifugio del
Sabotino. Sosta di 1 ora presso il grande
rifugio (che presenta anche una raccolta museale) per festeggiare la
conclusione della terza tappa della traversata. Possibilità di usufruire in
convenzione facoltativa da prenotare in sede entro venerdì 27 febbraio, di un
minestrone (jota) con salciccia e pane al prezzo di € 6 (sei).
ATTENZIONE: sarà concessa
ai più tenaci l’opportunità di rinunciare alla cena e continuare nel loro cammino
scendendo, con un sentiero segnalato, che all’inizio è ripido ma non pericoloso,
fino a giungere alla riva dell’Isonzo in
corrispondenza della stazione di San Mauro (punto 8) e poi seguire a
destra la larga carrareccia che affianca il grande fiume. Dopo aver ammirato il
ponte della ferrovia Transalpina e giunti all’altezza del successivo ponte
internazionale, oltrepassarlo e terminare la loro camminata supplementare
(totale 1 ora e ½ circa) presso
l’attigua piazza centrale di Solkan.
Ore XX Rifugio del Sabotino. Partenza in corriera. Si ritorna
con le strade secondarie e passati per il Collio sloveno, si prende la strada internazionale con la quale si raggiunge la piazza centrale
del paese di Solkan. Ricongiungimento dell’intera comitiva.
Ore XX Solkan-Salcano (punto
9). Ripartenza con la corriera, con rientro in Italia attraverso l’ex-valico
di S.Andrea e percorrendo il Vallone si raggiunge Trieste.
Ore ZZZ Trieste, Arrivo in piazza Oberdan. Fine
della gita.
Il programma sarà strettamente osservato salvo cause di forza maggiore.
Capogita Sergio Ollivier cell.3493413641 con
l’appoggio anche di Fabio Mergiani del gruppo Ricerche e Studi dell’Alpina
delle Giulie.
Caratteristiche dell’itinerario: si svolge su percorso misto, risulta impegnativa solo la salita (400 m)
al rifugio Sabotino. Consigliati i bastoncini specie con terreno bagnato.
Percorso totale ore X di cammino XXX di salita, XXX di discesa
Percorso fino al torrente Piumizza XXX di cammino, 310 metri di salita e
discesa.
venerdì 6 febbraio 2015
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